Infame: si dice di persona che, per aver compiuto azioni particolarmente turpi e spregevoli, si è resa indegna della pubblica stima (Enciclopedia Treccani).
E non ci viene altro termine per definire il gesto che è stato commesso ai danni della famiglia di Michele Conia.
Ecco perché oggi, dopo il gesto, appunto, infame, siamo a Cinquefrondi.
Siamo qua non solo per lui e per la sua famiglia tutta, che stringiamo a noi in un abbraccio affettuoso, forte e solidale.
Siamo qua per Cinquefrondi tutta, per i paesani di Cinquefrondi, per le strade, le piazze e le mura di Cinquefrondi, siamo qua per il cielo e i boschi di Cinquefrondi. Siamo qua insieme a tutte quelle donne e quegli uomini che insieme a Michele hanno fatto di Cinquefrondi un posto semplicemente migliore.
A voi che, approfittando delle tenebre, avete commesso questo gesto vile e vigliacco diciamo che “non potete fermare il vento: gli fate solo perdere tempo!”
Sos Rosarno
Suruwa Jaiteh è morto, viva Suruwa Jaiteh! Sì, perché un ragazzo nel fiore degli anni aveva tutto il diritto di vivere la sua vita che, invece, è stata spezzata dal clima di odio e di tensione ultimamente aumentati a dismisura.
Ecco la realtà, purtroppo, raffigurata dagli scheletri anneriti dei tuguri di lamiere immersi nella fanghiglia e nell’immondizia e, quel che è atroce e irreparabile, dal corpo carbonizzato di Suruwa.