GASANCHO 

la Dispensa di Don Chisciotte

(alla pagina attivita' il paniere, alla pagina approfondimenti i listini)

 

È nato dal gorgoglio profondo di stomaci pensanti.

Dalla smania di cervelli assetati, di spiriti affamati.

È nato dai desideri notturni e inconfessabili di corpi consumatisi a consumare fino al punto di esaurire il mondo.

Deviazione di personalità insofferenti all’ordine degli scaffali, ai dictat delle occasioni, è nato dall’unione di bocche disorientate e insoddisfatte con nasi sempre più scettici e riottosi di fronte ai comizi dei sapori costituiti e le celebrazioni degli odori di regime.

È nato per liberare tutti i profughi dello shopping che si aggirano come sonnambuli per labirinti di confezioni che realizzano sogni che non hanno mai sognato, generati come tutti i mostri dal sonno della mente in cui ci proietta la pubblicità permanente.

Succede così che in

 

GRUPPO

 

corpi ri-animati liberano i propri bio-sogni, li scatenano dalla gabbia del consumo e finalmente a questi sottomettono il proprio potere

 

d’ACQUISTO

 

di BENI… Che per chiamarsi tali dal bene devono venire ed al bene esser volti e, soprattutto, bene fare agli organismi che se ne nutrono e alla terra da cui vengon tratti. In una parola essere prodotti e scambiati in modo

 

SOLIDALE

 

Questo e non altro è il bene-fico GAS che si diffonde per l’Italia e il mondo ed oggi arriva anche qui, nella piana di Gioia Tauro e dintorni, cavalcando il ciuccio di Sancho Panza a contrastare i miasmi nocivi d’impianti dannosi, ben più dei mulini che sbaragliarono Don Chisciotte, che sempre di più affollano i nostri “ giardini ”, e sfidare con la propria salutare lentezza la velocità cieca e prepotente delle merci, senza paura alcuna di sfigurare per quanto di BUONO e genuino porta nelle bisacce, spoglio delle colorazioni chimiche illuminate dai neon freddi e violenti dei centri commerciali.

 

Sancho viene a portarci le chiavi della dispensa più grande, grande come il mondo, quella da cui traggono alimento i sogni di Don Chisciotte… e forse anche i nostri.

Cosicché tornando a sognare impariamo a guardare di nuovo il mondo da svegli e sentire le voci che dal mondo Sancho ci porta, da quanti producono per noi quei beni e non smettono di cantarci:

“…siamo noi / a far ricca la terra / noi che sopportiamo / la malattia del sonno e la malaria. / Noi mandiamo a raccolto / cotone riso e grano / e noi piantiamo il mais / su tutto l’altopiano. / Noi penetriamo foreste / coltiviamo savane / le nostre braccia arrivano / ogni giorno più lontano. / Da noi / vengono i tesori alla terra carpiti / con che poi tutti gli altri / restano favoriti...

…e siamo noi noi / a far bella la luna / con la nostra vita / coperta di stracci di sassi di vetro / quella vita che gli altri ci respingono indietro / come un insulto / come un ragno / nella stanza / riprendiamola in mano / riprendiamola intera / riprendiamoci la vita / la terra la luna / e l’abbondanza…”

 

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