Mani e Terra SCS ONLUS
Mani e Terra, SCS ONLUS vuole partire dal titolo: lavoro, dignità, rispetto per il Pianeta e per tutti coloro che lo abitano, autodeterminazione.
Brevi spunti di riflessione…sulla “Contadinanza”
Rappresentare il variegato mondo contadino che opera sul territorio nazionale non è cosa semplice perché le molteplici differenze che lo compongono, sono frutto di processi storici e culturali ben radicati. La svolta, potrebbe essere quella di creare, anche a livello nazionale, un’aggregazione ampia e coesa, che si adoperi per dar vita a una narrazione “altra” del mondo contadino, con una visione culturale nuova e non ricalcante i modelli fino ad ora conosciuti. Una nuova Contadinanza, appunto.
Un dato storico fondamentale è da tenere in considerazione: da millenni, la linfa vitale, tutti gli esseri umani, l’hanno tratta dalla Madre Terra; la gran parte dell’umanità, dalla notte dei tempi fino ad ora, è vissuta, molte volte sopravvissuta, grazie ai frutti della terra. Nonostante ciò, e nonostante mutamenti politici e culturali che hanno determinato emancipazioni significative nella società, ci troviamo, oggi, di fronte al paradosso: che più ampie libertà di pensiero, d’azione, di movimento – più conoscenza! - anziché rinvigorire il rapporto con la natura e con la terra, hanno spezzato quest’antico legame ed abbracciato nuove forme di vita basate essenzialmente sul consumo sfrenato e il possesso. Da qui, tutti i mali che affliggono il pianeta.
Queste condizioni, di fatto, impediscono una vita equa, giusta, dignitosa, e chi decide, al contrario, di viverla, la vita, in armonia con la natura, non già solo servendosi ma, soprattutto, tutelando il territorio dentro cui vive, al momento è una “significativa” minoranza. Oggi, nella stragrande maggioranza della popolazione, non è presente questa visione ma, esattamente quella opposta: sfruttamento incondizionato di tutte le risorse del pianeta, con conseguente depauperazione e distruzione dello stesso.
E nonostante buona parte di popolazione s’impegni quotidianamente a dimostrare che si può vivere dignitosamente e in armonia con la natura, il processo politico-culturale diffuso è orientato verso lo sfruttamento più sfrenato, anche dell’uomo sull’uomo!
Se prendiamo l’esempio dell’avvelenamento dei territori, anche di quelli a noi più vicini; com’è possibile che ci si ponga come colui che: “nato a perir, nutrito in pene, dice / a goder son fatto / e di fetido orgoglio empie le carte…” di leopardiana memoria? Il disastro ambientale è sotto gli occhi di tutti, e ci si affanna ad usare qualsiasi pesticida, cementificazione e quant’altro, in nome del “dio profitto” … ancora, la gran parte del mondo soffre la malnutrizione, e la cura per questo male, messa in atto dal sistema politico economico della cosiddetta globalizzazione? Furto dei terreni da adibire a coltivazioni intensive, (che non fanno altro che affamare ancora di più!) sfruttamento del suolo e del sottosuolo, guerre…
Queste premesse, sono un invito alla riflessione e un richiamo per tenere a mente ch’è quanto mai urgente unire le forze ed operare per un’inversione sostanziale di rotta che metta al centro l’umanità, la persona! E non corpi estranei quali effimere ricchezze.
Il primo passo dovrebbe essere la creazione di gruppi di autoproduzione – e, prima di tutto di autoconsumo – legati tra loro da un comune interesse politico capace di scardinare questo sistema che, come detto, non potrà avere altro esito che l’autodistruzione. Pensiamo a forme di cooperazione che, partendo dall’autoconsumo e dal mutualismo allarghino la loro sfera d’azione verso tutta la società attraverso tutte le forme di scambio (dalla manodopera, agli strumenti di produzione, ai saperi). Prendiamo ad esempio il rapporto tra produttori e consumatori: è evidente che non tutti possono essere campagnoli o, viceversa, cittadini ma, tra tutti questi attori, è necessario stabilire la giusta connessione; quella che amiamo definire “visione politica altra” dev’essere il collante tra chi lavora sotto il sole per produrre cibo sano e chi questo cibo lo consuma, perché facendo altro, deve pur vivere! e il tratto che deve unire queste due tipologie di persone non deve limitarsi al solo fattore salutistico ma, soprattutto, a quello Etico!
La contadinanza necessaria
Ecco, costruire legami tra tutti coloro che perseguono obiettivi comuni è la chiave di volta per un reale cambiamento culturale. Si tratta solo di avere ben chiari gli obiettivi comuni che, per quanto ci riguarda, potremmo definire Beni Comuni tout-court. E la giustizia sociale deve rientrare, a pieno titolo, nel patrimonio dei beni comuni; se l’etica non sarà pienamente presente all’interno della politica, non vi potrà mai essere giustizia sociale e, ancora, si protrarrà senza tregua la guerra perenne di tutti contro tutti: una cosa a cui da decenni, o forse, da sempre, stiamo assistendo, ed ora, dal limbo di quest’età presente assistiamo: parimenti ai veleni somministrati in agricoltura, i poteri politici, a tutti i livelli, somministrano diseguaglianze, soprusi, violenza.
Allora, vi sono poche soluzioni per riparare i danni, una è senza dubbio, quella di unire le forze sane e, partendo da se stessi, operare per il cambiamento. Mettere al centro la “contadinanza” come pensiero e azione positiva e creativa, ci pare un dovere morale, visto che, come si diceva prima, la Madre Terra rappresenta la prima sorgente di vita. Bisogna però mettere bene a fuoco le modalità d’azione e non lasciare nulla d’intentato. L’azione che, da tempo, sta svolgendo la Via Campesina ci pare una strada da perseguire perché ben radicata e presente a livello mondiale ma, il livello precedente non può non essere quello di intese, anche limitate, nei territori per l’attuazione del mutualismo e della cultura “altra”. Poi è da tenere sempre in considerazione il percorso delle pratiche legali, “istituzionali” (pensiamo a proposte di legge, o veri e propri accordi, o rappresentanze fattive a tutti i livelli) per cercare, quantomeno, di modificare in meglio lo stato delle cose; infine ma, fondamentale, l’impegno di ciascuno con tutte le sue forze e potenzialità. Il percorso non è semplice, richiede anche sacrifici e lavoro costante ma, trattandosi d’Interesse Comune, pensiamo sia bene cominciare ad agire.